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L´IPOCRISIA DEL BICARBONATO

15-04-2010 - News generiche
ROMA - Epo, rhGh (ormone della crescita), anabolizzanti, insulina, emotrasfusioni varie: non c´è bisogno di spingersi così lontano e addirittura fra i rischi dell´illecito (pratica, comunque, mai abbandonata) per doparsi nello sport. C´è anche una via soft, assolutamente contraddittoria con i dichiarati principi di lealtà e uguaglianza propugnati dal cosiddetto "spirito olimpico" caro ai dirigenti mondiali. Ci sono centinaia di sostanze che gli attuali controlli - una rete dalle maglie troppo generose - non individuano, alcune delle quali talmente facili da procurarsi e somministrare da rasentare la banalità. E, di fatto, usate ed abusate ad ogni livello; fino a diventare addirittura una "cura" diffusa perfino a livello giovanile, come emerge chiaramente dal recente caso-Bani, nel quale il medico della squadra, una formazione juniores - per sua stessa ammissione - somministrava bicarbonato prima della gara ai ragazzi. Ovviamente - secondo le sue dichiarazioni - nella forma non vietata dal codice Wada e cioè sotto forma di pasticche e non endovenosa. Distinzione che ai fini dell´uso non terapeutico non ha minimamente senso. Basta, infatti, razionare le dosi nel tempo per ridurre notevolmente alcuni effetti indesiderati (come la diarrea), mentre degli altri (ipertensione), comunque presenti anche con la somministrazione orale, nessuno si preoccupa.

Se gli effetti post gara del viagra, sostanza dopante non ancora inclusa fra quelle vietate (è un fluidificante che aiuta a far "girare" il sangue più velocemente nel fisico, aiutando il trasporto di ossigeno ai muscoli) sono ormai evidenti: basta osservare con attenzione foto e filmati degli atleti sul podio, quelli del "banale" bicarbonato non sono visibili. Ma non per questo il ricorso a questa sostanza è meno intenso. Bani racconta di pasticche somministrate prima della gara, ma anche di iniezioni di cui non conosceva il contenuto e di altre pasticche (probabilmente caffeina, una volta vietata oggi lecita) da mettere nei gambali dei pantaloncini ed assumere nel finale di corsa. L´uso combinato di queste due sostanze basta di per se per dare una chiara immagine di uno sport dopato di nome e di fatto. Bicarbonato e caffeina, infatti non "curano" e "reintegrano" alcunché. Servono solo a migliorare la prestazione. Ciò che rappresenta, per il regolamento della Wada, uno dei tre principi per i quali una sostanza o una pratica può essere inclusa fra quelle vietate per doping. Gli altri due sono: i danni alla salute (il bicarbonato, nelle dosi "significative" per la prestazione, provoca ipertensione) e l´essere contrario allo spirito di lealtà come tutte le azioni tese a procurarsi un vantaggio sull´avversario. Quando una sostanza e/o una pratica soddisfa a due di questi tre criteri andrebbe inclusa automaticamente fra quelle vietate. Ma del viagra si parla ormai da anni senza che nulla succeda. Eppure solo due stagioni fa a casa di un allenatore di una formazione giovanile ne furono trovate ben 80 confezioni. Certamente non destinate al vecchietto di turno in cerca di prestazioni sessuali. Segnale di una diffusione ormai a macchia d´olio.

Del bicarbonato, dunque, resta la proibizione per uso endovenoso ma facilmente aggirabile. Eppure numerosi studi ormai condivisi dalla comunità scientifica certificano l´effetto ergogenico di questa sostanza, in tutte le forme. Come è possibile verificare scaricando questo file (cliccare qui) . E che non sia leale ricorrere a sostanze particolari per migliorare la prestazione è perfino evidente. Dunque il divieto dovrebbe essere allargato anche all´uso orale. Ma non lo è ancora, così decine di medici, dirigenti, tecnici, massaggiatori senza scrupoli continuano a somministrarlo agli atleti.

Uno studio del 2008 (Pruscino et al) ha dimostrato come somministrando bicarbonato a 6 nuotatori di elite il miglioramento della performance in un test sui 200 metri ripetuto 2 volte con adeguato recupero in mezzo, era evidente. E soprattutto era evidente come era più facile ripetere la prova ad altissime prestazioni.
Linch e altri (2008) hanno quantificato il miglioramento sui test di nuoto (200 mt): circa l´1,6% il che rappresenta un incremento notevole per una disciplina in cui le perfomance si giudicano sul millesimo di secondo.

Bishop e altri, si sono cimentati nel ciclismo. Risultato: la somministrazione di bicarbonato di sodio a ciclisti amatori ha prodotto un incremento notevole nei 5 sprint massimali di 6 secondi ripetuti ogni 30 secondi.Edge nel 2006 ha dimostrato come il bicarbonato assunto da un gruppo di donne praticanti sport di squadra e canottaggio facesse registrare un netto miglioramento della cosiddetta soglia anaerobica dopo 3 settimane di trattamento.

Insomma, come è facile rilevare dalla raccolta dei test fatta in merito che è possibile scaricare qui il bicarbonato ha notevoli effetti sulla prestazione. Eppure l´uso per via orale è consentito. Una delle tante ipocrisie del sistema di controllo attuale


Fonte: www.sportpro.it
 

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