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Ma che Sport è questo?

20-03-2016 19:58 - News generiche
Inferno Legapro: perdi una partita? Botte o macchina bruciata

Provate a immaginare un altro. Un avvocato, un impiegato, un giornalista. Torna a casa dopo una giornataccia di lavoro, una di quelle che proprio non ci si dà pace. Hai perso una causa importante, hai contabilizzato male un versamento corposo, hai sbagliato malamente un articolo. Provate a immaginare l´avvilimento, i brutti pensieri, il capo che ti cazzia duramente, la voglia di essere altrove. Pensate a quell´avvocato, quell´impiegato, quel giornalista che torna a casa e si trova la macchina incendiata: hai lavorato male, te lo meriti, hai tradito la nostra fiducia.

Nel calcio succede questo, e neppure troppo raramente, in quei campionati dove la terra di nessuno è ben più estesa rispetto a quella controllata da un minimo di autorità, un minimo di stato e un minimo di civiltà. Giochi, magari male, magari malissimo, ma pur sempre una partita di calcio. Fai il tuo lavoro, la tua professione, il campionato infatti si chiama così: LegaPro. Guadagni quello che guadagni, qualche migliaio di euro al mese, più di un operaio, certo, ma moltissimo meno di quelli che facendo il tuo stesso lavoro ce l´hanno fatta davvero, quelli della serie A che contano gli zeri dei bonifici. Hai una Bmw, o una Croma, una 500 L, insomma, hai una macchina. Te la bruciano perché hai giocato male, hai perso, hai disonorato la maglia, come rinfacciano a Gianluca De Angelis, l´attaccante della Casertana che si aggiunge all´elenco dei puniti, minacciati e a volte anche menati professionisti della LegaPro. La sua squadra aveva perso il derby a Benevento 6-0: la peggior giornata di lavoro possibile per un calciatore. I derby non si possono perdere, si sa, ne va della faccia. E quindi si spacca la faccia di chi lo ha perso, come accaduto a Davide Lodesani, picchiato sul pullman del Foggia di rientro dal derby con l´Andria. Lì gli ultrà, il cuore caldo del tifo come li chiamano i presidenti, avevano deciso per la punizione fisica, non materiale: niente macchine, meglio un sano assalto in 200 con mazze e spranghe, botte da orbi anchea un paio di carabinieri intervenuti per evitare il peggio.

Lega Pro. Un mare nero e perduto di decine di società sfasciate, fallite, infiltrate dai mercanti di scommesse, un mondo di mezzo in cui si guadagnano due soldi e si rischiano due sberle, di gioca in stadi disastrati e davanti a gente feroce, si compilano classifiche da aggiornare con i meno delle penalizzazioni in classifica, si aspetta fine estate per capire chi e quanti potranno iscriversi l´anno successivo. Eppure per Gianluca, 34 anni, giocare a calcio è un lavoro, forse ancora una passione, anche se è dura coltivare la passione così, dodici squadre cambiate, dal Parma dei sogni di ragazzino, finiti con un ginocchio distrutto, a Benevento, Sora, Torres, Gubbio, Verona, Melfi, Juve Stabia, Savona, Avellino, Cosenza, Caserta. Eppure per Davide, 21 anni, ala sinistra, il calcio dev´essere un orizzonte ancora aperto, lui che viene dal Sassuolo che ama i giovani e li manda in giro per l´Italia a farsi le ossa, imparare il mestiere, imparare il calcio. Ecco, adesso ha imparato anche questo: perdi il derby e ti gonfio, lo straperdi e ti brucio la Bmw. Pensate alla giornata di Gianluca De Angelis, a come è tornato a casa. No, anzi, lui a casa non ci è proprio tornato, e non perché non aveva più la macchina. Il presidente si era arrabbiato per la sconfitta: tutti in ritiro a Cava dè Tirreni. Ritiro punitivo, ha precisato il club.




Fonte: www.repubblica.it
 

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